La Sanità e un bel tour degli ospedali al posto delle chiacchiere

di Luca Marcolini

Se qualcuno volesse divertirsi a scrivere in anticipo il “copione” di un consiglio comunale aperto sulla sanità picena, potrebbe giocare facile e andare sul sicuro inserendo – oltre alle solite frasi fatte in bilico tra politica e tecnicismi – i ripetitivi, immancabili temi chiave di tutte le precedenti sedute (o puntate, se paragonate ad una fiction): dall’immancabile ospedale unico che rappresenta ormai l’ospite d’onore in tutte le occasioni di confronto (alla faccia delle criticità da risolvere in corsia ormai da decenni) all’altra convitata onnipresente quale la famigerata azienda ospedaliera Marche Sud, promessa, assicurata, inserita nel Piano sanitario, poi scomparsa, irraggiungibile, utopistica. Dal potenziamento dei servizi territoriali più che di quelli ospedalieri, perché la nuova sanità va fatta sul territorio, vicini alla gente ma, nonostante questo, si continuano a riversare ancora soldi sugli ospedali da una parte (esempio: nuove sale operatorie o altre infrastrutture, forse in “leggero” contrasto con il futuribile progetto dell’ospedale unico) quando dall’altra si predica la razionalizzazione e si cala sul territorio la “guerra del campanile”, o meglio dei poveri, tra le due strutture di Ascoli e San Benedetto che cercano di tenersi strette reparti e personale. Alla fine, insomma, nulla di nuovo sotto questo cielo (nonostante la buona volontà di chi ha voluto chiedere l’ennesimo confronto), se non la solita sensazione di un Piceno che si incerotta e va avanti tra discriminazioni e schermaglie dialettiche spesso anche in politichese, mentre la Sanità fa il suo corso indipendentemente da quello che si è sempre detto e che sempre si dirà in queste sedi di confronto. E, alla fine, chi ne esce  perplesso, interdetto e ignaro è il cittadino, quello che si mette in fila, che paga il ticket, che si cura dove decidono gli altri debba andare a curarsi e che della Sanità vera, quella che si vive sulla propria pelle, assorbe tutti gli aspetti concreti, dalla professionalità medico-sanitaria di alcuni all’indifferenza di altri, dalle positività alle carenze dei vari reparti, dagli effetti più apprezzabili a quelli meno apprezzabili prodotti dall’attuale sistema sanitario.

In fondo, forse, quando il rischio di scivolare nel “bla, bla, bla” torna ad essere in agguato, queste chiacchierate formali non fanno altro che evidenziare come, in realtà, si continui a poter dire tutto e il contrario di tutto. E magari spingono a fornire un suggerimento: la prossima volta, al posto di un consiglio comunale aperto, perché non organizzare un bel tour (anche se dal sapore qualunquistico) con tutti i rappresentanti politici e istituzionali tra le corsie, i reparti e le problematiche dei due ospedali del Piceno? Magari per capire meglio, tutti insieme, quale sia la realtà vera. Sì, quella che vivono tutti i giorni i pazienti aldilà di sigle, Piani, numeri e ospedali da costruire mentre si continua ad investire su quelli che già ci sono…

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Direttore responsabile della Gazzetta di Ascoli Giornalista professionista e scrittore

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