Cresce l’elenco delle abitazioni inagibili: ad Ascoli sono ormai 600

Si allunga sempre più l’elenco degli immobili o degli appartamenti dichiarati inagibili ad Ascoli. Purtroppo, come prevedibile, la situazione si evolve in negativo man mano che si va avanti con le verifiche, anche se resta ancora un’utopia riuscire a completare tutti i controlli entro il termine del 31 luglio, a fronte di circa 4000 richieste ancora da evadere. Aumentano le schede Aedes che certificano inagibilità, essendo ormai arrivati a circa 600 unità abitative non utilizzabili, evacuate, non accessibili e, comunque, pericolose per la pubblica incolumità. In tale direzione, si allunga di pari passo l’elenco delle ordinanze del sindaco che intimano a proprietari o inquilini di abbandonare le rispettive abitazioni. Ma adesso, con il prosieguo delle verifiche, anche qualche attività commerciale potrebbe essere costretta a trasferirsi. Se poi, con l’evolversi della situazione si prova a disegnare una sorta di mappa dei luoghi non utilizzabili, ecco che le zone che si confermano maggiormente colpite dal terremoto a livello di lesioni restano quella del centro storico insieme alle frazioni. Non manca, infine, un caso particolare, con il terremoto che ha rischiato anche di mettere in difficoltà… la raccolta differenziata: tra le strutture parzialmente inagibili, infatti, rientra anche lo stabile che ospita il centro distribuzione per i kit per la raccolta differenziata, anche se in realtà ad essere inutilizzabile risulterebbe solo la parte retrostante che ospita uffici.

 

Sarebbero circa 600, al momento, le situazioni da mettere in sicurezza a livello abitativo con dichiarazioni di inagibilità e ordinanze di evacuazione. Uno scenario che tende ad ingigantirsi ancora man mano che si prosegue con i sopralluoghi.  Ed il numero potrebbe ancora crescere parecchio se si pensa che stando ai riscontri degli uffici tecnici, dovrebbero ancora essere effettuati circa 4000 sopralluoghi. Del resto, a non lasciare dubbi ci sono le cifre ufficiali di quelle oltre 500 famiglie che stanno percependo il contributo di autonoma sistemazione, cui vanno ad affiancarsi anche tutte quelle che scelgono di andare in strutture ricettive. Inoltre, andrebbero aggiunti tutti i casi di non utilizzabilità o inagibilità appena dichiarate che devono ancora presentare una richiesta formale per l’ottenimento del contributo di autonoma sistemazione. I danni a livello abitativo stanno, dunque, sempre più assumendo consistenza. E se si fa un passo indietro tornando ad analizzare i numeri relativi alle ordinanze di evacuazione del periodo settembre-dicembre 2016, con 210 provvedimenti, ecco che si capisce come in circa 5 mesi del nuovo anno le ordinanze siano praticamente quasi triplicate.

 

La zona della città che fa registrare il maggior numero di dichiarazioni di inagibilità e di evacuazioni resta il centro storico laddove ora, a seguito di ulteriori sopralluoghi per i quali si attende l’ufficialità delle schede Aedes, anche alcune attività commerciali potrebbero essere costrette a trasferirsi causa il rischio inagibilità. Nel frattempo, ordinanze ed evacuazioni relative al cuore della città non si fermano. Le ultime in ordine temporale, proprio degli ultimi giorni, riguardano un intero edificio in via dei Bonaccorsi, un altro in via dei Saladini, uno in rua della Quaglia, un altro ancora in via Trebbiani e alcuni stabili (di cui uno dichiarato parzialmente non utilizzabile) in via Pretoriana. Altre tre ordinanze appena emesse nell’ambito urbano più generale riguardano Monticelli,  Porta Maggiore e Campo Parignano, Per capire quale sia l’incidenza del terremoto proprio sul centro basti proiettare i dati relativi alle ordinanze di evacuazione dell’Arengo del dicembre 2016, quando su 73 provvedimenti, ben 33 riguardavano il centro. E quindi, attualmente, ragionando su circa 600 ordinanze complessive, quasi 300 riguarderebbero proprio la parte storica della città.

 

Anche l’estrema periferia della città, ovvero le frazioni, continua a rappresentare un punto debole dal punto di vista degli effetti del terremoto. Basta scorrere l’elenco delle ultimissime ordinanze dell’Arengo che prevedono evacuazioni di immobili per capire come siano state colpite soprattutto le zone decentrate; si va da Cavaceppo a Poggio di Bretta (con più casi) e a edifici sulla Salaria inferiore, da Vallesenzana a Lisciano, da Mozzano a Tronzano, da Piagge a Villa Sant’Antonio, da Rosara a Funti. Inagibilità ed evacuazioni che vanno a sommarsi a quelle già registrate nei mesi scorsi che hanno visto, ad esempio, praticamente intere frazioni, come Castel Trosino, “chiuse per terremoto”.

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