Gas, anche addebiti senza bollette. E gli interessi sono a senso unico

Bollette ravvicinate alla scadenza, dopo la scadenza e anche addebitate ma non ancora recapitate. Con tutti importi presunti e con il ritorno degli interessi e delle percentuali di aumento per chi pagherà in ritardo. Un copione già scritto e prevedibile, quello che vede le nuove bollette del gas in versione quasi totalmente privata pervenute a casa degli ascolani. La nuova gestione della Piceno Gas, con il 90% delle quote in mano alla Estra, porta con sé inevitabilmente – come del resto accade per tutte le società private che gestiscono servizi – una rigidità nella gestione delle riscossioni che si fonda sull’applicazione delle condizioni dettate dall’Autorità dell’energia elettrica e, quindi, senza più tolleranza verso i cittadini. Della serie, se paghi in ritardo, ti addebito prima gli interessi legali, poi eventuali percentuali di aggravio e così via. Tutto legittimo e ovvio, considerando che il privato deve incassare, ma appare chiaro quali siano i primi effetti del cambio di rotta: se prima la Piceno gas vendita a gestione pubblica chiudeva sistematicamente un occhio nei confronti delle tante famiglie in difficoltà, ora questo non succederà più. E ad accorgersene sono stati proprio gli utenti che, leggendo la nuova bolletta a gestione privata, hanno potuto leggere in bella evidenza, tra le comunicazioni, il capitoletto in cui c’è scritto che “pagare la bolletta entro la scadenza conviene”. E c’è scritto che fino a 10 giorni di ritardo si applicano gli interessi legali, poi dal decimo giorno “si applica il tasso ufficiale di riferimento aumentato di 3,5 punti percentuali”.

“In questo modo, – sostiene un utente – non avremo più quella tolleranza che finora era garantita proprio dal fatto che, trattandosi di una società del Comune, si veniva incontro alle esigenze del cittadino non pesando ulteriormente con interessi e aggravii in caso di pagamenti ritardati. Si tutelava, insomma, anche l’aspetto sociale… Adesso invece, comprensibilmente, i privati hanno tutto l’interesse ad incassare subito, come accade già con le altre società di servizi, e questo significa che non pagare subito una bolletta innescherà un meccanismo di aggravio dei costi, sulla falsariga di quanto accade quando non si paga una multa…”. Ma una domanda sorge spontanea: perché nel caso di cifre addebitate in maniera presunta e, quindi, senza la corretta rilevazione dei consumi, con una possibile anticipazione – anche consistente – di soldi da parte dell’utente, la società non è chiamata a pagare all’utente gli interessi?

Un altro utente addirittura segnala di aver pagato due bollette nell’arco di due settimane, con addebito in conto di circa 600 euro totali, con una bolletta (la seconda) che non è mai arrivata nonostante sia già stata pagata…

La società si scusa, disguidi col software, e promette che le somme non dovute saranno riaccreditate.

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