Demolizione e ricostruzione antisismica per i vecchi palazzi del centro

Ricostruzione con regole antisismiche per i palazzi più vecchi del centro storico, lasciando intatte le facciate. Questo l’indirizzo che affiora dal documento programmatico dell’Arengo appena approvato dalla giunta comunale.

Il messaggio che l’Arengo intende mandare, con il programma comunale a livello urbanistico, è chiaro e inequivocabile: per il centro storico è necessario preparare la strada per una vera e propria ricostruzione per gli edifici più vecchi, pur mantenendo intatte le facciate esterne. Occorre utilizzare la necessità di riconsolidare il vecchio incasato anche dal punto di vista antisismico e per fare questo, in diversi casi, è più conveniente demolire tutto e ricostruire. E l’intenzione dell’Amministrazione comunale emerge chiaramente proprio da un passaggio del documento programmatico nel quale si dice che occorrerà predisporre una variante al Piano particolareggiato del centro storico per attivare una “nuova disciplina degli edifici del secondo dopoguerra anche alla luce dei recenti eventi sismici: in particolare si vuol introdurre la facoltà di poter sottoporre tali edifici a interventi di demolizione e ricostruzione conformemente alle nuove norme tecniche per le zone sismiche, con conservazione dell’attuale sagoma esterna”. In pratica, un centro storico che dovrebbe andare ad essere decisamente più sicuro dal punto di vista sismico pur conservando la sua immagine caratteristica, con la sua patina di storia e vita vissuta. Un passaggio che potrebbe avere una sua influenza, per alcuni casi, anche nella fase di valutazione della messa in sicurezza degli edifici del centro storico dopo gli effetti del terremoto, considerando che magari, di fronte ad un’ipotesi di possibile demolizione e ricostruzione, soprattutto per gli edifici non utilizzati, i proprietari potrebbero optare per interventi più radicali. Sempre per quel che riguarda il centro storico, con la stessa variante l’Arengo vorrebbe inserire anche misure per agevolare “l’installazione di ascensori, anche esterni alla sagoma dell’edificio, previa individuazione degli edifici a ciò compatibili mediante bando per manifestazione d’interesse da parte dei proprietari e parere vincolante della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggio in merito all’ammissibilità dei singoli interventi”.

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