Terremoto e commercio, 80 attività hanno perso 1,2 milioni in tre mesi

Per 80 attività commerciali ascolane, la perdita economica in tre mesi, a causa del terremoto, è stata di un milione e 200 mila euro. Si tratta delle attività che hanno compilato e restituito le schede sugli incassi post-sisma predisposte dalla Confcommercio. Un dato molto significativo, emblematico del grave contraccolpo che ha danneggiato in maniera evidente tutto il settore ad Ascoli. Una somma a chi si affianca anche la percentuale di calo degli incassi, sempre rapportandosi allo stesso periodo dello scorso anno, che dal 20% in meno registrato dalle attività nelle zone più periferiche arriva ad un 25% perso, in media, dai negozi e dagli esercizi del centro storico. E adesso gli appelli dei commercianti ascolani non possono più essere scambiati per semplici lamentele, ma assumono decisamente la connotazione di un danno causato dal terremoto, seppure indirettamente, decisamente consistente.

 

Le 80 schede attualmente nelle mani della Confcommercio, – considerando che, nel frattempo, il censimento continua – rappresentano uno “spaccato” di quella che è una situazione generale decisamente allarmante, aldilà del dibattito aperto sulle difficoltà che il commercio cittadino deve affrontare ormai da diverso tempo, inclusa una tendenza che prefigura ulteriori chiusure in arrivo proprio alla luce della mazzata del sisma arrivata in uno scenario già critico.

Una flessione degli incassi di 1,2 milioni di euro in tre mesi, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – come confermato dal presidente della Consulta comunale per il commercio e il turismo, Andrea Negroni – rappresenta un vero e proprio campanello d’allarme. In pratica, calcolando il dato medio, si tratta di 15 mila euro persi, in tre mesi, da ciascuna delle 80 attività che hanno compilato le schede per monitorare la situazione post-sisma. Quindi, 5 mila euro al mese in meno per ogni attività. Una cifra pesante, se si pensa alle spese che già le stesse attività devono sopportare e se si considera anche che il dato degli incassi dell’anno precedente era comunque relativo ad un periodo, comunque, di crisi. Gli incassi, dunque, sono da “profondo rosso”. E il dato in questione riguarda tutte le tipologie di attività nell’ambito del commercio e della ricettività.

 

Anche il dato percentuale fornito dalla Confcommercio attraverso il presidente della delegazione di Ascoli, Ugo Spalvieri, evidenzia, rappresenta un segnale emblematico di come i già difficoltosi incassi degli ultimi anni siano stati ulteriormente penalizzati dallo svuotamento della città, considerando chi è dovuto andare via per l’inagibilità delle proprie abitazioni, ma anche chi ha deciso di spostarsi, preferibilmente sulla costa, per il timore delle scosse sismiche. Una fuga che ha prodotto i suoi effetti arrivando soprattutto a colpire il centro storico, con un calo degli incassi del 25 per cento (e ovviamente, trattandosi di un dato medio, include anche percentuali decisamente più alte per alcune attività). Sembra aver retto leggermente meglio la periferia, ma un calo del 20 per cento, in questo momento, significa comunque mettere in difficoltà le attività già alle prese con la crisi generalizzata. Tra le principali cause indicate nei moduli, c’è proprio quella del netto calo della clientela.  Ma ora, per avere un quadro il più completo possibile, la raccolta dei moduli con i conteggi prosegue.

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