Incassi “terremotati”? Arrivano i primi 80 moduli dei commercianti

Incassi “terremotati”? Di certo, l’impatto del sisma c’è stato e il dubbio trova conferme nei primi moduli arrivati sul tavolo dell’Arengo, relativi a informazioni fornite da alcuni commercianti in merito ai danni indiretti del sisma. Prime indicazioni che sono arrivate dalla Confcommercio, che ha presentato circa 80 moduli compilati dai titolari di altrettante attività, aprendo poi un’analisi della procedura da seguire un po’ tutti, inclusi commercialisti e contabili delle attività commerciali e artigianali ascolane, per riuscire fornire le prime risposte complete all’appello lanciato dall’Arengo. E nel summit di ieri pomeriggio, seppure ancora in maniera incompleta, si è iniziato a delineare un quadro che vede sicuramente “complice” il terremoto per un calo percentuale medio degli incassi, da fine agosto a dicembre, che  ora si sta cercando di definire ma che, comunque, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in base anche ai settori e alle tipologie, è innegabile e anche decisamente sensibile. Con gli alberghi che hanno avuto il maggiore contraccolpo, indiscutibilmente.

 

Proprio la Confcommercio – che si era fatta promotrice di una serie di contatti con numerosi commercianti attraverso una lettera per stimolarli a fornire le informazioni necessarie per ricostruire il reale effetto del terremoto a livello di lucro cessante, per commercio e artigianato locale – ha messo a disposizione di tutte le altre componenti associative di categoria e anche di commercialisti e contabili delle varie ditte, quel modulo appositamente predisposto per raccogliere i dati relativi all’andamento degli incassi post-sisma in città e che  un’ottantina di commercianti hanno già compilato e consegnato. In altre parole, si riparte da questi primi moduli per ampliare al massimo la raccolta di informazioni e andare a definire – ovviamente rendendosi necessario un ulteriore periodo – il dato complessivo e reale delle perdite subite dalle varie tipologie commerciali e artigianali.

La seconda fase, di questo tentativo di salvataggio o perlomeno di aiuto alle piccole e medie imprese del commercio e dell’artigianato locale, consisterà, invece, nell’analisi e nell’eventuale individuazione di possibili canali di finanziamento e di sostegno a queste aziende che hanno subìto danni indotti a livello economico. Regione e Comune, insieme ai rappresentanti di categoria, dovranno mettersi a tavolino e cercare di capire se ci possono essere chance o meno di poter attutire il colpo subìto dalle attività presenti sul territorio. Certo è che resta fondamentale il punto di partenza e quindi la massima collaborazione di commercianti e artigiani.

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