Il Tar sblocca i lavori sulla Salaria tra Trisungo e Acquasanta

Sarà la volta buona? Adesso una sentenza del Tar sblocca i già appaltati lavori dell’Anas per la Salaria e riapre una finestra sul futuro della viabilità che collega il Piceno con Roma. Il provvedimento del tribunale amministrativo regionale arriva in risposta al ricorso, respingendolo, di una delle imprese che hanno partecipato alla gara d’appalto dell’intervento di riqualificazione (secondo stralcio del primo lotto) del tratto Trisungo-Acquasanta, del costo di circa 90 milioni di euro (per la precisione 89.876.352,47 euro). E adesso, salvo eventuali ricorsi in appello, si può finalmente sbloccare il cantiere che riapre le speranze di vedere finalmente completato un tratto della Salaria che attende da decine e decine di anni di essere riqualificato, accorciando i tempi del collegamento Ascoli-Roma restituendo anche una dignità proprio a quelle zone che sono state anche massacrate dal terremoto.

La sentenza del Tar arriva a stoppare le richieste di una delle imprese partecipanti alla gara indetta dall’Anas nel settembre 2016 di annullare l’aggiudicazione, con particolare riferimento ad aspetti tecnico procedurali che erano stati sollevati, dalla ricorrente, in particolare nei confronti delle prime due imprese classificatesi nella graduatoria predisposta proprio dall’Anas. I giudici amministrativi, rispondendo nel dettaglio su ogni eccezione sollevata, alcune non ritentendole ammissibili, bocciano la richiesta di annullamento di tutta la procedura e restituiscono all’Anas stessa la possibilità di procedere con l’apertura del cantiere.

L’intervento per riqualificare quello che è il tratto più tortuoso, complicato e a rischio di tutto il percorso della vecchia Salaria, ovvero del collegamento principale – all’altezza di Ascoli – tra la capitale e tutta la zona dell’entroterra piceno, è ormai una sorta di desiderio da immaginario collettivo, rimasto per decenni come una promessa da realizzare, da mantenere, tra incontri, solleciti, situazioni di criticità, mancanza di finanziamenti ed altro ancora. Nello specifico, il caso ora finito all’attenzione del Tar e sbloccato riguarda il secondo stralcio del primo lotto del tratto Trisungo-Acquasanta Terme, quindi proprio a ridosso delle zone terremotate. Uno stralcio il cui progetto era stato approvato nel dicembre 2014, dall’Anas. Il progetto esecutivo dei lavori di adeguamento va dal chilometro 151 al chilometro 153,780, della Salaria con un intervento che interessa i territori comunali di Arquata e Acquasanta. Si tratta di “un intervento radicale – scriveva l’Anas – per conformare le caratteristiche del tratto stradale che fa parte dell’itinerario Roma-Ascoli, agli incrementati livelli di traffico registrati, al fine di assicurare un adeguato servizio, in piena sicurezza stradale. L’intervento è lungo oltre 2,6 chilometri , oltre a 100 metri di raccordo con la viabilità esistente in direzione Roma, e lascerà inalterata la percorribilità dell’attuale tratto di Salaria che diventerà ad uso esclusivamente locale. Il tracciato è quasi completamente in galleria. La piattaforma stradale sarà di 10,50 metri, con una corsia per senso di marcia e le banchine laterali. La galleria Trisungo (di oltre 1800 metri) – si legge in una nota dell’Anas – sarà dotata di dispositivi tecnologici di sicurezza all’avanguardia e di un cunicolo di emergenza per la via di fuga, collocato al di sotto del piano viabile. Il progetto prevede, inoltre, la realizzazione del nuovo svincolo di Trisungo per l’interconnessione della nuova infrastruttura con la viabilità esistente, compatibile con un traffico veicolare pesante”.

L’approvazione del progetto esecutivo per adeguare la Salaria alle norme sulla sicurezza stradale mette fine a una lunga serie di polemiche da parte degli abitanti della zona ma anche dei numerosi automobilisti che ogni giorno percorrono la statale per raggiungere la capitale. Polemiche scaturite proprio dalla mancanza di sicurezza. L’opera, secondo le intenzioni, avrebbe dovuto essere  sarà messa in gara entro dicembre del 2014. Con costi previsti alti, di 116 milioni, proprio per il tracciato tortuoso con una sezione stradale in gran parte inadeguata e non più corrispondente alle norme vigenti, fatta eccezione per la galleria “Valgarizia”, costruita alla fine degli anni ’80. L’opera era stata inserita nel Contratto di programma 2014, approvato dal Cipe per un importo parziale di 70 milioni di euro, ai quali si era aggiunti altri 46 milioni di euro della legge 388 del 2000. Il tempo previsto per l’esecuzione dei lavori veniva stabilito in circa tre anni. Poi, in realtà, tutto il procedimento di appalto dei lavori è slittato di due anni, con la gara che è arrivata all’aggiudicazione e pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale alla fine dello scorso mese di settembre 2016. Quindi, se il cantiere aprirà subito, nel 2017, i lavori dovrebbero concludersi all’inizio del 2020.

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