Terremoto, il commercio ascolano fa il conto dei danni subiti

E’ il momento di fare i conti per il commercio ascolano. E si pensa anche ad una “zona franca” speciale con l’aiuto della Regione per consentire l’abbattimento delle tasse a tempo determinato. Tutti attorno ad un tavolo per reagire al terremoto e trovare un paracadute per le attività commerciali e artigianali cittadine. In tanti, quasi tutti, hanno risposto all’appello dell’Arengo che attraverso l’assessore al commercio Alessandro Filiaggi ha chiamato a raccolta, proprio per ieri mattina, gli Stati generali delle piccole e medie imprese di commercio, turismo e artigianato. Un appello-convocazione finalizzato a muovere i primi passi per individuare i possibili finanziamenti necessari a tamponare l’emergenza causata proprio dal sisma a livello di incassi. E proprio gli incassi – documentati e certificati  – dovrebbero rappresentare il punto di partenza per poi trovare, insieme alla Regione, la strada giusta per uscire dal tunnel del post-sisma. Ampia partecipazione, alla prima riunione operativa convocata dal Comune, per attivare possibili aiuti a sostegno delle piccole e medie attività locali che hanno subito danni economici a causa del terremoto. C’erano, oltre all’assessore Filiaggi e al dirigente Galanti, la Camera di commercio, Confcommercio, Confesercenti, il presidente della consulta Andrea Negroni, Casa Artigiani e Cgil.  Una riunione utile per iniziare il confronto e la condivisione su un tema molto sentito con un forte spirito collaborativo da parte di tutti. Ma per seguire un profilo operativo e concreto, si è deciso di raccogliere, associazione per associazione, tutti i dati certi, i documenti contabili, i bilanci delle attività e ogni altro tipo di documentazione utile per arrivare alla definizione di un quadro ben preciso. Un quadro sintetizzabile in un dato complessivo da confrontare con quello dello scorso anno, in riferimento ovviamente allo stesso periodo, che poi sarà portato sul tavolo della Regione per ragionare insieme sulle opportunità da poter cogliere. Si dovrà cercare di fare tutto il possibile per dimostrare, carte e conti alla mano, il danno effettivamente causato dal sisma non solo agli edifici e alle strutture, ma anche alle attività produttive e commerciali del territorio ascolano, laddove anche la fuga di molti residenti per paura delle scosse telluriche ha lasciato il segno.

Tra le argomentazioni finite sul tavolo della discussione, si è anche levata – sostenuta da alcune delle componenti presenti – l’ipotesi, sulla quale si è sviluppato un ragionamento su un possibile intervento regionale per l’abbattimento delle tasse locali per un periodo determinato, in modo da aiutare le imprese nella fase della ripresa dopo la mazzata subita. Una strada che però si è ritenuta perseguibile esclusivamente con l’eventuale aiuto della Regione consistente nell’individuazione di una possibile copertura economica del provvedimento. L’obiettivo, di fatto, sarebbe quello di andare a definire una sorta di “zona franca” a tempo determinato per aiutare le imprese con un abbattimento delle tasse locali.  La prima riunione di quelli che abbiamo definito gli Stati generali di commercio e artigianato si è conclusa con un appuntamento già fissato per il prossimo 12 gennaio. In quella data si tornerà tutti a sedere attorno al tavolo dell’Arengo ma stavolta avendo numeri certi. E si conta di andare a coinvolgere, già dalla prossima riunione, gli ordini dei commercialisti e dei ragionieri affinché possano fornire anche dati documentati relativi ai proprio clienti tra commercianti, artigiani e operatori del settore turistico non iscritti alle associazioni di categoria di riferimento.

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Direttore responsabile della Gazzetta di Ascoli Giornalista professionista e scrittore

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